I feel Blue
di Manuela Toselli
Dal 28 Febbraio 2016, Ramiseto (RE)
Residenza dell’artista presso Valico Terminus dal 23 Febbraio all’1 Marzo 2016
A cura di Nila Shabnam Bonetti e Giovanni Cervi
Partendo dal ragionamento secondo cui “la Terra è una e per Tutti”, Manuela Toselli, per il suo periodo di residenza, ha deciso di intraprendere un percorso di analisi geologico e sociale sul territorio. Milioni di anni fa il nostro paese, l’Italia, era sommerso dalle acque, fu lo spostamento della placca tettonica africana verso quella europea a permetterne l’emersione e quindi la nascita, in un processo di avvicinamento lentissimo, ma ancora in corso tra i due continenti. La catena montuosa dell’Appennino è stata generata proprio dal processo di collisione tra questi due grandi blocchi continentali. Per l’artista esso rappresenta simbolicamente una sorta di sutura, di cicatrice che unisce due lembi di pelle staccati. Noi e l’Africa, siamo e saremo in un futuro, seppur lontano, la stessa cosa. Il punto di unione sarà l’Appennino, questa grande cicatrice, madre, di questo legame.
La Toselli ha deciso di concretizzare questa riflessione attraverso i medium che la caratterizzano: l’uso della seta, che ha implicito in sé il senso del sacrificio (la morte del baco per la realizzazione di questa preziosa fibra), e del ricamo. Una lunga striscia di seta blu, come il cielo e come il mare che si specchiano, che diventano una cosa sola con la terra, su cui ricamerà in scala la linea della cresta appenninica, simbolo dell’unione dei due continenti. Le numerose e continue morti in mare, che coinvolgono i migranti nel Mediterraneo, aprono a una riflessione sulla separazione e l’avvicinamento di due terre solo apparentemente lontane. L’artista invita ad una azione condivisa che andrà crescendo nel corso dei mesi, coinvolgendo abitanti del luogo e turisti, attraverso l’accumulo di legnetti di 10 cm cad., che rappresentano in scala 1:10 l’unità di misura del metro lineare. Vorrebbe chiedere a ogni visitatore di portare un legnetto per partecipare all’installazione e riuscire, con il tempo, a raggiungere il numero delle vittime del mare, 23.598 (cifra aggiornata all’anno 2014 e purtroppo ancora in crescita).
Questa unità di misura così intesa è concettualmente il mezzo, che vuole usare per definire il diverso metro di considerazione che si usa per dare più o meno importanza a una persona rispetto a un’altra.
Un metro= un uomo
In questo caso:
Un metro= una vittima affogata nel nostro mare.
Con questa trasposizione fisica di uomo= oggetto ci si potrà rendere conto dell’entità del disastro e forse iniziare ad aprirsi verso un cambiamento di pensiero e visione della vita e del territorio.
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